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San Donato in Poggio, di qui si passava a cambiar fiorini in emozioni
Borghi

San Donato in Poggio, di qui si passava
a cambiar fiorini in emozioni

28 Agosto 2023

Un piccolo mondo antico che insegna l'arte dell'armonia.

Un gioiello circondato da mura, così si presenta alla vista del viaggiatore che percorre l'antico tracciato della via Cassia, il piccolo borgo medievale di San Donato in Poggio.
Situato in cima ad un colle, sospeso tra la Val di Pesa e la Val d’Elsa, il borgo appare come incastonato fra le verdi sfumature della tipica campagna chiantigiana, movimentata da dolci colline che alternano fitti versanti di oliveti a interminabili filari di vigne. In questo incantevole territorio che si allunga fra Siena e Firenze, la storia ha scelto di lasciare tante piccole testimonianze di sé sottoforma di altrettanti borghi medievali, che gli abitanti sono riusciti a preservare quasi intatti fino a noi.
Non fa eccezione il borgo di San Donato in Poggio, il cui centro storico, dalla caratteristica forma ovale, è così piccolo da essere attraversato da un'unica strada principale da cui si diramano tante viette secondarie. Le mura, che ancora oggi circondano il cuore medievale del borgo, risalgono al XII secolo e sono interrotte da due porte costruite in direzione delle due vicine e importanti città toscane e perciò denominate Porta Fiorentina e Porta Senese. Ma il tratto di mura sicuramente più simbolico è quello in cui si erge una torre di avvistamento, il caratteristico Torrino. La storia di San Donato in Poggio è strettamente legata a quella delle vicine Siena e Firenze, ma la sua importanza accrebbe nel periodo in cui divenne tappa fondamentale lungo la strada che collegava Firenze a Roma: proprio qui a San Donato i viaggiatori si fermavano per fare il cambio valuta prima di arrivare a Firenze, o di proseguire per Roma. In questo modo il borgo vide fiorire un’importante tradizione nell’Arte del Cambio, una tra le principali corporazioni di arti e mestieri di Firenze.
Purtroppo nel 1260, a seguito della battaglia di Montaperti che rappresentò una grande sconfitta per i guelfi fiorentini, il borgo di San Donato fu saccheggiato e perse il suo ruolo centrale nell'economia del tempo.
Questo travagliato passato non sembra fortunatamente aver lasciato segni nell'atmosfera magica e rilassata che oggi si respira nel borgo: grazie alla sua qualità urbanistica e architettonica, l’attività di valorizzazione e promozione del patrimonio, l’accessibilità, l’armonia e l’omogeneità delle strutture, la vitalità della comunità, San Donato in Poggio è infatti entrato nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.


Cucina locale, piatti tipici, curiosità




Impossibile visitare San Donato in Poggio, borgo simbolo del Chianti, e non farsi conquistare dai suoi sapori tipici, dai piatti tradizionali ai vini più pregiati, che sono parte integrante dell'essenza stessa di questo luogo. Tante sono le occasioni per programmare una vista al borgo, fra tutte i festeggiamenti in occasione del Corpus Domini che si svolgono la prima domenica di Giugno e che prevedono anche la realizzazione della caratteristica infiorata. Tutti sono invitati a decorare la storica pavimentazione della via centrale del borgo con coloratissimi disegni realizzati utilizzando petali di fiori, fogliame e trucioli colorati: uno spettacolo di colori e profumi che dona al borgo un'atmosfera davvero unica.


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La Locanda di Pietracupa, San Donato in Poggio (FI)

La fortezza dall'animo gentile

Percorrendo via del Giglio, la via principale, oltre ad ammirare i bellissimi edifici magnificamente ristrutturati in pietra e mattoni, si arriva dritti al centro del borgo dove si trova piazza Malaspina. Qui è possibile ammirare il caratteristico pozzo a forma ottagonale, sotto al quale è collocata l'antica cisterna la cui estensione, pari a quella di tutta la piazza, è il segno tangibile del fatto che, in passato, questo pozzo costituiva l'unica riserva idrica del borgo. Sulla piazza si affacciano l'imponente Palazzo Malaspina, oggi sede di mostre itineranti, la chiesa gotica di Santa Maria della Neve, che guarda la piazza con una delle sue navate laterali, e il Palazzo Pretorio. Poco fuori dal borgo si erge la Pieve Romanica, notevole esempio di architettura romanica fiorentina, incredibilmente mantenuta e dagli interni di una bellezza unica fra i quali spiccano la fonte battesimale del Della Robbia, datata 1513, e un trittico attribuito a Giovanni del Biondo del 1375.

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